I bambini con disturbo da deficit di attenzione / iperattività: rari eventi avversi cardiovascolari associati ai farmaci stimolanti


Lo scopo di uno studio è stato quello di determinare se gli utilizzatori di stimolanti sono a più alto rischio di un successivo evento cardiovascolare rispetto ai non-utilizzatori, esaminando questa associazione sia in una coorte nazionale sia in un campione basato sulla popolazione di bambini e adolescenti con diagnosi di deficit di attenzione e di iperattività ( ADHD ).
I ricercatori hanno anche valutato una possibile relazione dose-risposta di tale associazione.

E’ stato condotto uno studio longitudinale, prospettico, di coorte di tutti i bambini nati in Danimarca tra il 1990 e il 1999. All'interno di questo gruppo, sono stati identificati i bambini con ADHD.

Nella popolazione totale ( n=714.258 per un totale di 6.767.982 anni-persona ) l’uso di stimolanti ha aumentato il rischio di un evento cardiovascolare ( hazard ratio aggiustato, aHR=1.83 ).

Nei bambini con ADHD ( n=8300 ), il trattamento stimolante ha anche aumentato il rischio di un evento cardiovascolare ( aHR=2.20 ), con una relazione dose-risposta complessa dipendente dal tempo.

In conclusione, questo è il primo studio di coorte nazionale sulla sicurezza cardiovascolare dei farmaci stimolanti nei bambini e negli adolescenti, e rappresenta il più lungo studio prospettico di follow-up.
Gli eventi cardiovascolari sono stati rari, ma erano associati al doppio di probabilità in coloro che assumevano le sostanze stimolanti rispetto ai non-utilizzatori, sia nella popolazione nazionale totale sia nei bambini con ADHD.
E’stata scoperta una complessa, inter-relazione tempo e dose-dipendente tra gli eventi avversi cardiovascolari e il trattamento con stimolanti nei bambini e negli adolescenti.
Anche dopo aggiustamento per una serie di potenziali fattori confondenti, il rischio di malattia cardiovascolare associato al trattamento con stimolanti nei bambini e negli adolescenti, è risultato aumentato. ( Xagena2014 )

Dalsgaard S et al, J Child Adolesc Psychopharmacol 2014; Ahead of print

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